È appena uscito, come si usa dire nelle migliori librerie, per gli Anticorpi di Laterza l’interessante saggio “Energia. La grande trasformazione” a firma di Valeria Termini. Vorremmo parlarne perché abbiamo trovato alcuni spunti interessanti, e anche per rimarcare un’assenza eccellente.
Termini, titolare dell’insegnamento di “Economia e regolazione dei mercati dell’energia per uno sviluppo sostenibile” nella Facoltà di Economia “Federico Caffè” dell’Università di RomaTre, che vanta un curriculum impressionante, (la seguiamo da tempo, insieme a Sissi Bellomo de Il Sole 24ore, Leonardo Maugeri, Samuel Furfari, punti di riferimento nazionali per i temi di energia ed economia), in questo volume si cimenta in un esercizio articolato e laborioso di analisi storico-economica delle fonti energetiche, un saggio decisamente meno orientato alla divulgazione come il suo precedente e apprezzato “Il mondo rinnovabile” (Luiss University Press, 2018, 166 pag.).
Il lavoro si focalizza sui fattori che determinano i cambiamenti nello sviluppo delle fonti di energia, a partire dal petrolio, con un’analisi molto ben documentata sulle grandi “rotture di paradigma”, gli snodi chiave che hanno visto l’avvento e poi il declino di alcuni fonti primarie, considerando sempre i relativi contesti macro e micro-economici di riferimento e in particolare, come nel caso del petrolio e degli “Stati Rentiers” del Golfo, le interdipendenze tra sfruttamento delle risorse energetiche e le evoluzioni socio-economiche, o involuzioni secondo i teorici della “maledizione delle materie prime”.
Nel libro viene dedicata una cospicua sezione al gas naturale e alla sua geopolitica, illuminante per comprendere il futuro di una delle fonti di energia più promettenti e dirompenti dei prossimi decenni.
L’approdo del libro sono le conclusioni, il capitolo dedicato all’energia nel futuro della crescita sostenibile: le catene globali del valore nella filiera dell’Oil&Gas seguono un processo di cambiamento non lineare e secondo Termini, avvengono secondo quattro “leggi dinamiche della trasformazione energetica” (forse parafrasando i principi della termodinamica).
Oggi saremmo sulla soglia della terza fase, quella in cui “la diffusione dei nuovi prodotti e di nuove filiere industriali investe tutti gli ambiti, altera la traiettoria della crescita, ne cambia la direzione.”
Il libro è da leggere, ma dobbiamo notare un grande assente: non c’è traccia, nel novero delle energie rinnovabili, del biometano, del biogas, delle biomasse.
Peccato, perché nella sua opera precedente, Termini aveva dedicato ampi capitoli al biometano e al suo ruolo significativo nel contributo alla decarbonizzazione.