Un detto cinese recita: “Vedere una volta vale ascoltare cento volte.” Durante il lock-down vedere di nuovo il cielo blu scintillante sulle nostre teste ha reso evidente a tutti che evoluzioni del clima e dell’ambiente sono strettamente interconnesse con le attività antropiche.
L’emergenza Covid-19 ha scardinato priorità collettive e personali e ha fatto riemergere con forza il tema del riscaldamento globale come direttamente correlato a comportamenti collettivi.
Ecco perché il 5 giugno, questa edizione della Giornata Mondiale della Terra ha un sapore diverso.
Per questa occasione è nata anche la campagna “Stop Global Warming”, una singolare iniziativa formale di raccolta firme per chiedere alla Commissione Europea di elaborare una proposta legislativa per fermare il riscaldamento globale.
L’idea è stata lanciata da Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e da tempo impegnato in battaglie per i diritti civili, insieme a Eumans, movimento di cittadini e attivisti europei attivo nello sviluppo sostenibile.
La campagna Stop Global Warming si pone un obiettivo ambizioso: raccogliere entro il 20 luglio un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione Europea, per chiedere alla UE di spostare le tasse dal lavoro alla CO2, una sorta di cuneo fiscale di cui beneficerebbero l’ambiente indirettamente e direttamente i lavoratori.
Chi emette anidride carbonica in Europa pagherebbe un prezzo a tonnellata e il ricavato andrebbe a beneficio dei lavoratori, con una riduzione delle tasse in busta paga.
E’ evidente che queste campagne di sensibilizzazione aiutano la causa ambientale attraverso un meccanismo di “nudging”, la spinta gentile, al pari di quanto fa per esempio IKEA quando impone ai trasportatori di utilizzare automezzi con carburanti puliti, come il GNL.